PER IL MINISTRO BIANCHI VA TUTTO BENE
La scuola non è solo presenza o DAD o DDI ma è soprattutto mancanza di docenti (e alcuni presidi richiamano in servizio i pensionati o addirittura accettano MAD da genitori con titolo), mancanza di sorveglianza dei CS e dei relativi interventi di sanificazione, ma anche il disastro delle modifiche orarie e di presenza quotidiane. Ostinarsi a parlare di 9% o 3% rende l’idea di quanto il Ministro non abbia mai visto una scuola da dentro e di quanto conti solo la facciata e non il suo (in parte disperso) contenuto.
Mentre Gilda degli insegnanti ha raccolto esempi e casi delle notevoli difficoltà presenti nelle scuole per rappresentarle al Ministro Bianchi, la preside Fornai ne dettaglia alcuni aspetti in questa intervista.
Ancor più nel dettaglio scende una Dirigente di Bassano del Grappa in un’intervista al Messaggero:
La didattica mista non è altro che babysitteraggio!
La “didattica mista” è quella che impone di far lezione a una parte degli studenti in presenza e una parte a distanza.
La didattica mista pesa di più sul rallentamento degli apprendimenti. Più di una buona e organizzata, seppure provvisoria, didattica a distanza.
La didattica mista, in questi giorni, è addirittura peggiore del (suo) solito perché la composizione dei gruppi di studenti che possono stare in presenza o debbono seguire da casa varia di giorno in giorno per effetto dei contagi o delle quarantene.
La didattica mista, fatta così, sta portando i docenti ad un carico di tensione professionale (qualsiasi sforzo fatto con eccellenti competenze non ha comunque un’efficacia adeguata) che non farà bene nè a loro, nè agli studenti.
La didattica mista, se è difficile in una scuola secondaria, diventa assurda in una scuola primaria, dove la maestra si deve barcamenare tenendo a bada un gruppo di bimbi che ha davanti a sè e singoli bambini ognuno collegato a distanza in una diversa situazione.
la didattica mista è decisamente peggiore della didattica a distanza.
La didattica mista in questo momento riguarda la maggior parte delle classi italiane.
Quindi: la scuola italiana in questo momento si regge su un tipo di didattica peggiore della DAD.
Ho cercato di scriverlo qui sopra in modo sintetico e semplice.
Si sarebbe potuta ascoltare la voce dei 2400 dirigenti scolastici che chiedevano di poter organizzare per due settimane una buona DAD per proseguire con maggiore regolarità i percorsi scolastici, almeno nella secondaria. I ragazzi avrebbero perso meno, rispetto all’organizzazione in continuo adattamento alla quale siamo costretti (e non scrivo caotica, perché tutti siamo impegnati ad evitare il caos).